giovedì 13 marzo 2008

taipei - cena e shopping

ieri ho fatto il solito giro per la periferia di taipei e poi son tornato a casa a leggere un po' di cinese. ho trovato dei metodi per inparare un po' la grammatica, per quanto sia gia' semplice di suo, ma tutto il materiale che ho io e' scritto in cinese semplice e la fatica che ho fatto i giorni scorsi, per imparare a scrivere un po' e ricordarmi qualche parola, e' andata in fumo.
quando torna yu-chen andiamo a cenare a taipei col suo scooter.preparo la videocamera digitale e faccio qualche ripresa dallo scooter che non capita spesso di poter viaggiare con i mezzi privati quando si viaggia. arriviamo nella zona est di taipei e ci fermiamo a mangiare in un posticino molto "local", come dice yu-chen o molto "trattoria" come direi io, gestito da ragazzi giovani che in fondo al pasto sono molto premurosi di venirci a chiedere se tutto andava bene ed eventuali commenti negativi per migliorare i piatti o il servizio. mi e' venuto da pensare che in italia per aprire un posticino cosi, per quanto davvero avesse solo 7/8 tavoli, ci vorrebbe la bolla papale e l'autorizzazione del capo di stato. che nazione in decadenza... bella eh, ma non si puo' fare niente se non guardare "quanto e' bella!". dopo ci infiliamo in un centro commerciale sotto un palazzo e mi tocca di comprare tutto...non sono riuscito a spendere piu' di 2/3 euro per ogni cosa che ho comprato e dico, avrei potuto comprare mezzo palazzo con solo i pochi soldi che avevo in tasca! (alla faccia di Chiang Kai-shek mi sono comprato pure un agendina di Mao!) fuori troviamo un mercatino abusivo di ragazzi che avevano appena smontato perche' era arrivata la polizia, ma gia' stavano mettendo tutto di nuovo in mostra. un po' come gli africani a firenze.
qui in asia penso, molte citta' diventate metropoli, hanno capito (lasciamo stare per quale tipo di politica) che cosi tante persone non possono essere solamente schiacciate dall'ingranaggio delle citta' e quindi della societa' produttrice e consumatrice che giova solo a pochi ricchi, e quindi lasciano un po' liberta' di sfogo o di estro almeno ai giovani, non mettendogli proprio sopra le spalle il peso della maledetta burocrazia che impedisce lo sviluppo e l'avanzamento stesso delle societa'.
(sara' l'agenda di mao a farmi pensare tutto cio'!?)